OPERAZIONE CA’ BRÜTTA
Un edificio, trenta fotografi, due archivi

Sala del Tesoro e Sale Viscontee
Castello Sforzesco, Milano
Dal 15 aprile al 10 luglio 2016

Tutto ha avuto inizio dal restauro di uno degli edifici più amati dai milanesi, la Ca’ Brütta. Edificio fotografato negli anni Cinquanta da Ugo Mulas, ritratto in molte e diverse occasioni da Gabriele Basilico. A partire della nuova immagine che l’edificio offre alla città dal 2016 abbiamo pensato a un progetto fotografico ampio, che ne testimoniasse il fascino immutato e l’abbiamo chiamato “Operazione Ca’ Brütta”: un invito rivolto a un gruppo di trenta fotografi milanesi o comunque residenti a Milano ognuno dei quali ha accettato di misurarsi con il racconto di un edificio “nobile” cittadino. Quasi tutti la conoscevano, pochissimi ne conoscevano la storia, tutti ne erano o ne sono rimasti affascinati.

I trenta autori hanno esperienze diverse, interessi diversi, cronologie differenti ed è con questo spirito che sono stati coinvolti: per creare una sorta di esercizio di visione individuale che nella somma delle immagini si traducesse in una lezione di visione applicata. Marina Ballo Charmet, Giorgio Barrera, Settimio Benedusi, Gianni Berengo Gardin, Riccardo Bucci, Maurizio Camagna, Luca Campigotto, Marisa Chiodo, Sabina Colombo (da un’idea di Cesare Colombo), Luca Contino, Alessandra Ferrazza, Giovanni Gastel, Giovanni Hänninen, Marco Introini, Cosmo Laera, Delfino Sisto Legnani, Davide Monteleone, Gianni Nigro, Cristina Omenetto, Simona Pesarini, Matteo Piazza, Pietro Privitera, Francesco Radino, Ray Banhoff, Claudio Sabatino, Efrem Raimondi, Laura Rizzi / Cristina Fiorentini, Alessandro Scotti, Toni Thorimbert, Paolo Ventura hanno quindi liberamente interpretato la Ca’ Brütta, raccontandola in esterni e in interni, nei dettagli, nei totali, nei colori, creando, come si sperava, un saggio delle molte possibili interpretazioni che la fotografia contemporanea offre.

GIOVANNA CALVENZI

 

Ca’ Brütta, edificio manifesto del Novecento a Milano, è l’opera prima dell’architetto lombardo Giovanni Muzio (1893-1982). Il progetto prende il via nel dicembre del 1919, quando Muzio entra come collaboratore nello studio dell’ingegnere Pier Fausto Barelli e dell’architetto Vittorino Colonnese. Lo studio è alle prese con il progetto di un grande corpo abitativo: un intero isolato alle porte della vecchia Stazione Centrale, un’area ai bordi dei confini della città storica, occupata dal Giardino Borghi.

Muzio è da poco ritornato da Parigi, dove era stato richiamato nel febbraio del ‘19, dopo un breve congedo, alla Sezione Militare della Conferenza della Pace, in qualità di tecnico cartografo. La permanenza in Veneto con la scoperta diretta della realtà oggettiva dell’opera del Palladio, il periodo al fronte trascorso in Francia e poi in Belgio, la breve licenza che, alla fine della guerra, lo porterà a visitare Bruxelles, Londra e Parigi, conducono Muzio a immaginare una visione di architettura che non può prescindere da una visione unitaria del problema architettonico e urbanistico. Ca’ Brütta, di cui Muzio rivoluzionerà l’intero progetto preliminare dello studio Barelli – Colonnese, rappresenta una prima sintesi di quel rapporto fra “piccola città” e “grande casa” che lo guiderà nella progettazione di oltre 50 edifici nella sola Milano. Nel giugno 1922, quando Ca’ Brütta apparirà inaspettata alla città, con la sua curva iperbolica, critica e opinione pubblica ne parleranno a lungo. Muzio accoglie la sua “prova” con piena calma. Ca’ Brütta non costituisce per lui l’eccezione, così come appare agli occhi degli altri, ma è semplicemente il traguardo del suo primo processo di ricerca. Il risultato gli appare “buono” come si doveva dimostrare; la strada è, pertanto, perseguibile.

“Operazione Ca’ Brütta” nasce dal desiderio di raccontare l’opera prima di Giovanni Muzio, in occasione del primo restauro. Il racconto, scaturito dalla missione fotografica, offre una lettura inedita dell’edificio, nel suo insieme e nella sua infinita ricchezza di dettagli, dagli esterni agli interni, da chi la vive o la attraversa. Un grande album, un omaggio alla poetica che Ca’ Brütta ancora oggi riesce a trasmettere.

GIOVANNI TOMASO MUZIO